14 aprile 2008

Pesa il rischio astensione - di Barbara Fiammeri

La campagna elettorale è entrata nella fascia protetta del silenzio mediatico. Ma il porta a porta prosegue anche ora, ad urne aperte. L'obiettivo è catturare il voto dei cosiddetti indecisi, di coloro che non hanno scelto se votare oppure per chi. Sia Silvio Berlusconi che Walter Veltroni, si sono appellati più volte a questo bacino potenziale di elettori, che potrebbe aggiudicare all'uno o all'altro la vittoria e dunque il Governo del Paese. «Noi non possiamo più fare appelli pubblici ma voi sì», hanno detto entrambi i leader di Pdl e Pd ai rispettivi sostenitori nei loro comizi finali.

Un'attenzione più che giustificata, visto che gli ultimi sondaggi pubblicati segnalavano una quota di incerti pari a circa il 30% dell'intero elettorato. Se per ipotesi questi incerti nel frattempo non si fossero convinti, il risultato sarebbe un record storico di astensioni. Finora infatti non si è mai scesi sotto l'80%. La tendenza al non-voto però è cresciuta negli ultimi anni e sempre più velocemente. Basti pensare che in trent'anni, ossia dal 1948 al 1979, la quota di elettori è sempre rimasta superiore al 90 per cento. Mentre da allora a oggi c'è stata una riduzione costante e continua di quasi dieci punti percentuali.
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