8 giugno 2008

Un paradigma chiamato Pride - Gianni Rossi Barilli

Qualcuno ha detto che la sinistra ha perso le elezioni perché si è occupata troppo di «negri e froci». Sbagliava: è la destra che le ha vinte perché (a modo suo) se ne occupa.Avvisati i clandestini con grande sferragliare di manette, si passa ora a rimettere le cose a posto con gay, lesbiche e trans, rompendo d'autorità l'assedio che il pride di Roma aveva posto ai palazzi lateranenensi. Per decisione del questore e del prefetto (cioè del governo) il pride di quest'anno non si potrà concludere in piazza San Giovanni, come l'anno scorso, ma deve traslocare altrove perché «incompatibile» con concomitanti eventi in programma all'interno dei palazzi ecclesiastici: un convegno che si conclude alle 19 e un concerto di musica corale che inizia alle 20,30. Vani tutti i tentativi di mediazione, incluse la proposta di inserire il concerto tra gli eventi culturali del pride e la mossa diplomatica del coro gay di Roma (unico in Italia) nei confronti del coro «fratello» che si deve esibire a San Giovanni. Niente da fare: gli ordini arrivano dall'alto per scelta politica.

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